Arts Curriculum Vitae

Musicista appassionato fin dall’ età di 15 anni. Compie gli studi musicali al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma.

Ha suonato in gruppi giovanili Rock e Jazz componendone le musiche. Svolge tuttora attività concertistica in formazioni che spaziano su tutti i generi nusicali.

Ha svolto attività significative in associazioni culturali.

Assessore alla Cultura indipendente per 4 anni, dal 1990 al 1994 nella Giunta comunale di Saltara (PU) è fautore di politiche culturali che privilegiano lo sviluppo e la diffusione del gusto artistico, facendo leva principalmente sulle arti comunicative principali (musica, teatro, pittura, danza, ecc.), che per loro natura coinvolgono l’ essere umano senza distinzione di censo, di cultura e di preparazione scolastica.

Ha curato l’ organizzazione di numerosi eventi artistico-culturali (mostre, concerti, rappresentazioni teatrali e cinematografiche, corsi, ecc.).

Si è occupato di ricerca genealogica, ricostruendo con minuziosità la storia della propria famiglia fin dal 1567.

E’ stato autore di programmi radiofonici, organizzatore di tornei e giochi estivi, autore di brevi romanzi e ricerche.

A seguire viene riportata la significativa prefazione di Maurizio Rondina al volume “Ville e Castella”, che nell’ estate del 1992 raccolse tutti gli atti delle conferenze relative alla 1.a edizione di quella manifestazione, di cui egli fu consulente musicale e coordinatore organizzativo ed amministrativo, rassegna che si svolse nel territorio della Provincia di Pesaro e Urbino, che poi ebbe seguito per oltre 10 anni.

Gli spettacoli serali di “Ville e Castella”, costituiscono sì elemento di una formula serale ampia che comprende conferenza, cena sul posto, spettacolo, piatto della notte, ma sicuramente costituiscono anche il momento cruciale del contatto con un pubblico più ampio. In una realtà altamente produttiva come quella della nostra area geografica, sono in molti quelli che vedono ridotto ai minimi termini il loro tempo libero, e di conseguenza quelli che ricercano il momento culturale meno impegnativo. Molti obbietterebbero che più che il momento culturale meno impegnativo, in una realtà sociologica come la nostra, da sempre legata a tradizioni popolari, folcloristiche e rurali, la domanda richiederebbe forse di più il momento ricreativo puro, ma è però pur vero che di momenti ricreativi nella società dei balocchi occidentale, se ne trovano a volontà e senza fatica, non solo dietro l’ angolo, ma addirittura dentro la nostra stessa casa. Sempre più difficile invece, e’ ritrovarsi di fronte con facilità ad un fatto culturale “alla propria portata”, visto che i centri erogatori di cultura e le fonti ufficiali della cultura stessa, tendono spesso con la ricerca dello “specialismo” ad ogni costo, a scavare fossati incolmabili fra loro ed il grosso pubblico. Ogni individuo di qualsiasi estrazione sociale e culturale e’ per sua natura alla ricerca di quella “religiosità” laica che lo porta sempre più a rifugiarsi in un determinato fatto culturale, ad avvicinarvisi, ad approfondirlo. Chi non ha una passione segreta, chi nella sua vita privata non pratica, sia pure a suo modo, una disciplina culturale che tiene gelosamente nascosta. Spesso si rimane di stucco nel sapere che il collega d’ ufficio più austero recita in una compagnia teatrale amatoriale, che lo schivo vicino di casa non si perde una rappresentazione della più vicina stagione operistica, che l’ artigiano sotto casa lavora ascoltando musica sinfonica, che il dirigente d’ azienda passa le sue giornate festive a dipingere dal vero paesaggi di campagna… Questi sono i fatti che dovrebbero dettare il compito di ogni operatore culturale, di ogni artista, di ogni studioso, e cioè quello di stimolare le doti di queste persone aiutandoli a gettare ogni residua timidezza, quello di aiutare tanti altri individui che probabilmente non hanno ancora trovato una propria forma espressiva alternativa. Per questi motivi il fatto culturale va’ sempre di più offerto davanti la porta di casa, e quindi anche lontano dai monumenti ufficiali della cultura, con grande semplicità, ed avvalendosi, specie in un primo momento delle forme più spontanee dell’ arte e cioè la musica, il teatro, la danza, discipline espressive ed altamente comunicative che spesso rapiscono lo spettatore, coinvolgendolo suo malgrado. Oggi si tende a dibattere ed analizzare approfonditamente anche queste forme di espressione artistica, e tutto ciò e’ sicuramente sintomo di una volontà di crescere, di una sete di conoscenza e di miglioramento tipiche dell’ uomo, ma di fronte al pubblico, soprattutto per queste discipline di fruizione immediata, quello che conta e’ la capacità di trasmettere emozioni, ad di là di ogni problematica estetica, filologica o formale. Nello stesso spirito occorre fare attenzione a non cadere nella tentazione di alimentare il divismo fine a se stesso, un fenomeno ormai generalmente diffuso in questo genere di manifestazioni. Sempre più spesso si guarda infatti più al nome dell’ artista che si esibisce che a quello che egli propone, e questo e’ un errore imperdonabile; quanti cartelloni di stagioni teatrali, sinfoniche e cameristiche, presentano ormai nomi di musicisti, registi, attori famosi, orchestre, senza nemmeno citare che cosa effettivamente propongono. Per chi ha a cuore le sorti della cultura e dell’ arte, sono veramente fatti gravi che oltre tutto, danno al grande pubblico una visione estremamente distorta della fruizione culturale, rendendo riduttivo un qualcosa che potrebbe essere sicuramente più completo. Quello che si propone in “Ville e Castella” sotto il versante degli spettacoli serali, e’ nato proprio alla luce di queste considerazioni, che tra l’ altro rientrano pienamente nella spirito generale di questa rassegna di ampio respiro: quello di voler privilegiare in primis l’ aspetto della “cultura universale” che accomuna tutte le discipline artistiche e tutte le materie culturali, in un’ unica sfera d’azione che rifugge dagli specialismi assoluti e dove tutti possano trovare spazio.

MAURIZIO RONDINA. 1992.